Cenni biografici Dionigi Panedda

Il 15 ottobre del 1916 la Prima Guerra Mondiale è in pieno svolgimento e da tempo dispensa inesorabili lutti e dolori. Quel giorno, a Bitti, la famiglia di Giovanni Panedda, accoglie con gioia l’arrivo di un nuovo nato cui viene imposto il nome di Dionigi in ricordo e in onore del giovane fratello di mamma Giovanna Sanna caduto in combattimento sul Monte San Michele.
Dionigi non rimane a lungo a Bitti poiché la famiglia, nella incessante ricerca di stabilità e sicurezza, è costretta a seguire i frequenti trasferimenti di Giovanni, esperto casaro. Dopo una temporanea sistemazione a Macomer, nel 1922 Giovanni, grazie ad una nuova e promettente occasione di lavoro, decide di trasferire, questa volta definitivamente, la propria famiglia a Terranova.
Le scuole elementari dell’allora modesto centro gallurese accolgono il piccolo Dionigi il quale ha ormai raggiunto l’età scolare. Nel fanciullo si manifesta presto, insieme alla devozione, una particolare propensione per gli studi religiosi. La cosa viene subito notata dall’ allora parroco di San Paolo monsignor Cimino il quale, grazie a uno stretto rapporto di amicizia che lo lega alla famiglia, consiglia attenzione e cautela. Col trascorrere del tempo, però, Dionigi prende sempre più coscienza delle proprie aspirazioni fino ad accettare con entusiasmo di proseguire la propria preparazione scolastica presso il seminario arcivescovile di Tempio dove matura la decisione di entrare a far parte della Congregazione dei Salesiani.
Questa scelta di vita lo costringe, per la prima volta, lontano dall’isola, al fine di approfondire e perfezionare i suoi studi. Sarà quindi in Piemonte, a Torino e a Lanzo, quindi a Terni.
Nonostante la lontananza non cessa, comunque, di mantenere vivi i contatti con la propria famiglia e con la sua terra. Persino durante i cupi anni della Seconda Guerra Mondiale, quando attraversare il mare avviene col rischio della propria vita, non perde occasione per tornare a Olbia per riabbracciare i suoi.

L’ordinazione sacerdotale di Dionigi avviene dopo il suo ritorno in Sardegna con destinazione il Collegio Salesiano di Santulussurgiu dove prosegue la sua opera di insegnante e dove, il 26 marzo 1944, celebra la sua prima Messa cui fa seguito, dopo qualche giorno, la sua prima celebrazione nella chiesa di San Paolo a Olbia.
I primi anni Cinquanta furono per lui gli anni della crisi: dopo un lungo periodo di travaglio, infatti, pone in atto la sofferta decisione di abbandonare il sacerdozio pur mantenendo saldissima la propria fede.

A quel periodo risale la pubblicazione di due raccolte di versi, “Esili sciolti steli”, Milano 1955 e “Sardi asfodeli”, Siena 1958, in seguito ripudiate e mai più ripubblicate.
Smessa la veste talare il Panedda si dedica totalmente agli studi: consegue la Maturità classica (in verità già raggiunta dai Salesiani, ma che allora non veniva riconosciuta dallo Stato italiano) e, contemporaneamente, continua i suoi studi presso la facoltà di Lettere e Filosofia che gli consentono di approdare alla laurea in Lettere classiche presso l’Università “La Sapienza” di Roma.

Da allora si dedica instancabilmente all’insegnamento e allo studio. Proprio al 1953 risale la sua prima pubblicazione, “Olbia nel periodo punico e romano” (che gli vale il “Premio Napoli”, classe Clio nel ’57), mentre è del 1958 il volume”L’Agro di Olbia nel periodo preistorico punico e romano”, entrambi pubblicati a Roma.
Sul finire del decennio è insegnante e preside incaricato presso la scuola media statale di Porto Torres; successivamente si trasferisce a Olbia e, con il collega don Cascioni, fonda il nucleo di quella che col tempo diverrà la prima scuola media di Olbia. La sua attività di insegnante continua presso le scuole medie inferiori e, infine, presso il nuovo Istituto Tecnico Statale “Attilio Deffenu”. Svolge, inoltre, per decenni le funzioni di fiduciario della Soprintendenza ai beni archeologici di Sassari per la zona di Olbia.
Col passare degli anni vedono la luce, intanto, nuove pubblicazioni a carattere sia divulgativo (“Olbia attraverso i secoli”, edito a Cagliari nel 1959), che letterario (“Prodigio a Porto Rotondo”, Milano 1967). Quindi è la volta dello studio monografico “Il Giudicato di Gallura. Curatorie e centri abitati”, Sassari 1979; quindi “Olbia e il suo volto, Sassari 1989 e, in collaborazione con Angelo Pittorru, Santantonio di Gallura ed il suo territorio, Sassari 1989. Due anni dopo la sua scomparsa, infine, viene pubblicato l’imponente studio “I nomi geografici dell’agro olbiese”, Sassari 1991.
Dionigi Panedda muore a Olbia il giorno 1 settembre 1989.
Per sua volontà testamentaria viene donata la propria abitazione all’Ente Parrocchia di San Simplicio, mentre la sua vasta raccolta di libri trova degna sistemazione presso la Biblioteca Comunale di Olbia la quale, poco tempo dopo, assume il nome di “Simpliciana” così come voluto dal Panedda.

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